Famiglia

No all’Occidente usuraio

Sviluppo mondiale Nuovo appello internazionale per ridurre il deficit del Paesi poveri

di Antonietta Nembri

Lo aveva detto anche il presidente Clinton, nel suo recente viaggio in Ruanda: occorre favorire lo sviluppo dell?Africa anche tramite una sostanziale riduzione del debito che molti Paesi del continente hanno contratto con le nazioni del Nord del mondo. Senza operare questa riduzione, ha osservato Bill Clinton, sarà più difficile promuovere quel piano di sviluppo dell?Africa, fondato sul commercio e non più sull?assistenzialismo, a cui anche gli Stati Uniti guardano con favore.
Una questione non nuova, quella del condono del debito ai Paesi poveri. E per cui si è mobilitata da qualche tempo anche la Chiesa cattolica. Già lo scorso ottobre, durante il Congresso Eucaristico di Bologna, tre vescovi (un brasiliano, un vietnamita e un prelato della Tanzania) avevano letto davanti a Giovanni Paolo II un appello rivolto ai Paesi industrializzati e agli esperti del Fondo Monetario Internazionale perché non intralciassero lo sviluppo delle nazioni povere imponendo loro di rifondere per intero i loro debiti.
Lo scorso aprile, inoltre, la Caritas Internazionale, insieme al Cisde (organismo che riunisce 16 organizzazioni cattoliche per lo sviluppo dei Paesi poveri), aveva chiesto in un documento che il Giubileo fosse «un momento propizio per pensare a una riduzione significativa, se non a una cancellazione totale, del debito che pesa sul destino di numerose nazioni». Quarantuno, per la precisione, cioè tutte quelle iscritte nella speciale lista dei ?Paesi poveri altamente indebitati? stilata dalla Banca Mondiale.
Ora un?altra voce, partita dall?Italia ma ormai allargatasi anche fuori dai nostri confini, si unisce a questo coro. La Fondazione Emmanuel per il Sud del mondo, con sede a Lecce, si rivolge infatti ai Grandi della terra che questa settimana si trovano a Londra per la riunione del G8, chiedendo loro di farsi promotori in prima persona della riduzione del debito dei Paesi poveri. Il meccanismo di questo debito determina infatti conseguenze devastanti su economie già molto deboli e in via di sviluppo. La Fondazione Emmanuel ha diffuso a tale proposito alcuni dati significativi: dal 1980 al 1992 i Paesi in via di sviluppo hanno rimborsato ai creditori 1.662 miliardi di dollari, di cui ben 772 per interessi e 890 per effettivi rimborsi di capitali.
In definitiva, in questo periodo hanno pagato una somma tre volte superiore a quanto avevano ricevuto, e sono rimasti ancora debitori di una cifra enorme. Ci sono dunque nazioni in gravi difficoltà per il pagamento di interessi su debiti che, in cifra assoluta, sono molto modesti e si potrebbero cancellare senza conseguenze significative per i creditori. Eppure nulla viene fatto per risanare queste situazioni e consentire di utilizzare le risorse in funzione dello sviluppo sociale ed economico. «Siamo arrivati a un punto della storia per cui se gli incontri internazionali non affrontano il problema della povertà del mondo», dicono i responsabili della Fondazione Emmanuel, «diventano un?offesa per quelli che soffrono a causa delle loro disagiate condizioni economiche nell?indifferenza delle politiche internazionali».
L?appello della Fondazione Emmanuel è stato sottoscritto da oltre 300 organizzazioni mondiali e da molti organi di stampa internazionali, tra cui anche il nostro settimanale.
Per sostenere l?iniziativa basta spedire o faxare la propria adesione alla Fondazione Emmanuel, Villa Maristello, strada provinciale Lecce-Novoli km 5, 73100 Lecce, telefono/fax 0832/228442.

La campagna
Promotore: Fondazione Emmanuel per Sud del mondo
Obiettivo: Ottenere dai partecipanti al vertice del G8 una mobilitazione o cancellazione del debito contratto dai Paesi poveri
Hanno aderito: Settimanale “Vita”; oltre 300 associazioni
Come aderire Inviare la propria adesione scritta via posta o fax alla fondazione Emmanuel, Villa Maristello, str. prov. Km 5, 73100, tel./fax 0832/ 228442

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